Arditi '15/18

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Arditi 15'- 17/18'

Gli arditi nella prima guerra mondiale

Una idea anticipatrice dell'ardito può essere fatta lontanamente risalire al 1914 quando in ogni reggimento del Regio Esercito venne creato un gruppo di esploratori addestrati ad agire dietro le linee nemiche (Regolamento di esercizi per la fanteria approvato il 30 giugno 1914).
La vulgata popolare vuole riconoscere come antesignani degli arditi anche i componenti delle c.d. "Compagnie della Morte", pattuglie speciali di fanteria o del genio dedite al taglio o al brillamento dei reticolati nemici, facilmente riconoscibili per l'uso di corazze ed elmetti principalmente del tipo "Farina" (tra tutti: Comando Supremo: N. 496 di P.RS. del 16 giugno 1915. Oggetto: Attacco di posizioni rafforzate). L'impiego della bombarda in questo ruolo rese del tutto inutili i tragici sacrifici dei componenti queste unità.
Nel dopoguerra si volle sostenere che l'idea dell'ardito fosse stata una creazione del Capitano Cristoforo Baseggio che nell'ottobre 1915 venne posto a comando di una unità denominata "Compagnia volontari esploratori", che operava in Valsugana. Questa circostanza venne a più riprese e veementemente contestata dai vertici dell'Ass. Arditi e dai maggiori memorialisti arditi (su tutti: S. Farina,"Le Truppe d'Assalto Italiane").
L'unità contava 13 ufficiali e 400 soldati di truppa scelti su base volontaria e provenienti da vari reparti del settore della 15. Divisione. Il reparto fu completamente distrutto nell'attacco al Monte Osvaldo nell'aprile del 1916. Nel 1916 il comando supremo decise di premiare con la qualifica di militare ardito chi si fosse distinto per decisione e coraggio, con l'espresso divieto di creare unita' speciali (Comando Supremo. Circolare n. 15810 del 15 luglio 1916. Oggetto: Norme per la concessione del distintivo per militari arditi). Il distintivo, da portarsi al braccio sinistro era il monogramma reale VE, ed era pensato esclusivamente come premio e come indicazione del soldato da portare ad esempio. Questa fu tuttavia la genesi dell'immaginario del vocabolo "Ardito". Nel 1917 a seguito di proposte e studi da parte di giovani ufficiali stanchi della stasi e dell'inutile massacro della vita di trincea, si arrivò alla sperimentazione di una unità appositamente costituita presso la 48.Divisione dell'8. Corpo d'armata, comandata dal Capitano Giuseppe Bassi, autore di una innovativa nota sull'impiego delle pistole mitragliatrici Fiat 15 /OVP - Officine Villar Perosa (Costituzione ed impiego delle sezioni pistole mitragliatrici. Dal Cap. Bassi (C.te III/150 Fant) al Generale Giardino (C.te 48. Div) 8 nov. 1916.) Va fatto presente che già nel marzo 1917 il Comando Supremo aveva inviato una circolare circa la costituzione presso l'esercito austroungarico di unità speciali (Comando Supremo. Circolare n. 6230 del 14 marzo 1917, da CS (UAVS) a C.di Armata e Zona Gorizia (fino a C.di Brigata). Oggetto: Riparti d’Assalto). A seguito di valutazione positiva, si decise di istituzionalizzare la nascita di una nuova specialità (Comando Supremo. Circolare n. 111660 del 26 giugno 1917, da CS a C.di 1a, 2a, 3a ,4a, 6a Armata. Oggetto: Riparti d’assalto), ma dissidi sull'equipaggiamento e sull'addestramento fecero slittare l'inizio dell'attività al 29 luglio 1917, quando lo stesso Re Vittorio Emanuele sanzionò la nascita dei Riparti d'Assalto. I neonati reparti d'assalto si svilupparono quindi come corpo a se stante, con propria divisa e un addestramento differenziato e superiore a quello del normale soldato, da impiegarsi a livello di Compagnia o di intero Battaglione. L' Esercito tedesco, mediamente molto meglio addestrato, fu però il primo ad adottare il concetto di truppa di elite con le Stoss Truppen e poi con le Sturmtruppen.
La sede della Scuola venne fissata a Sdricca di Manzano (Udine) ed il comando affidato allo stesso maggiore Bassi. In seguito alla scuola di Sdricca (e alle altre create all'uopo) vennero brevettati anche gli arditi reggimentali (niente a che vedere con i "militari arditi" del 1916), la cui istituzione fu poi ufficializzata nel 1918 con apposita circolare (Comando Supremo. Circolare n. 17000 del 26 giugno 1918. Oggetto: Arditi Reggimentali).
I primi Reparti vennero creati nella 2^ armata, e al momento di Caporetto risultavano costituiti 27 reparti, anche se quelli effettivamente impiegabili in combattimento furono molti di meno. I primi sei Reaparti della 2^ Armata combatterono la battaglia di Udine e protessero la ritirata sui ponti di Vidor e della Priula, rimanendo le ultime unità a passare il Piave. Nell'inverno del 1918 vennero sciolti, ricostituiti e riaddestrati arrivando a 22 reparti operativi, per diventare al maggio 1918 di nuovo 27 (piu' un reparto di marcia per ogni Armata), assegnati ai Corpi d'Armata. Nel giugno del 1918 venne costituita una divisione d'Assalto con nove Reparti, divenuta poi Corpo d'Armata d'Assalto con dodici Reparti su due divisioni. Al CdA d'Assalto vennero assegnati anche 6 Battaglioni Bersaglieri e 2 battaglioni Bersaglieri Ciclisti e supporti tattici e logistici adeguati. I reparti prelevati dai CdA per costituire le divisioni vennero ricostituiti tanto che a fine della guerra si contavano i 12 Reparti d'Assalto (più 2 di marcia) inquadrati nel CdA, e 25 Reparti indipendenti assegnati alle Armate. (per la genesi completa degli Arditi e soprattutto per l'identificazione dei Reparti, si veda il volume "Italian Arditi. Elite Assault Troops 1917-1920" di A.L.Pirocchi e V. Vuksic, edito nel 2004 dalla casa editrice Osprey,Oxford,UK).
Gli arditi furono tra gli artefici dello sfondamento della linea del Piave che permise nel novembre del 1918 la vittoria finale sugli eserciti austroungarici.
Al termine della guerra, nel 1920, tutti i reparti furono sciolti per motivi riorganizzazione e di politica interna al regio esercito.

Gli arditi ed il fascismo

Un gran numero di arditi confluirono quindi nel movimento fascista, anche se l'adesione non fu unanime,ne' assolutamente maggioritaria ed il rapporto con il fascismo non fu sempre lineare,negli anni successivi si arrivo',nella fasi piu' convulse e controverse, all'espulsione degli iscritti al fascio dalle asociazioni degli Arditi d'Italia.
Nel dopo guerra gli arditi affluirono nell'Associazione Arditi d'Italia, fondata dal Capitano Mario Carli, lo stesso che, dopo l'assalto di un gruppo di arditi, assieme a Marinetti, alla casa del Lavoro di Milano, fece il noto articolo "Arditi non gendarmi", distrusse il connubio instaurato nel primo dopoguerra fra Arditi e fascismo.
Gli arditi parteciparono attivamente all'impresa fiumana guidati da Gabriele d'Annunzio che proclamarono loro comandante. Durante l'impresa di Fiume,f urono scoperte dai Legionari forme di altissima democrazia libertaria,(vedere Carta del Carnaro, e gli scritti di Clasudia Salaris,storica dell'arte del futurismo),viste anche la presenze di frange della sinistra rivoluzionaria,la stessa impresa di Fiume fu fortemente appoggiata da Lenin,che vedeva nel D'annunzio un possibile capo rivoluzionario per la masse oppresse.In quel momento D'Annunzio,per motivi anche egocentrici,seguiva molto le indicazione di DeAmbris,sindacalista rivoluzionario.Questo fu il "brodo di cultura" in cui si formarono gli Arditi del Popolo.
Si vuol ricordare che contrariamente a quel che la storiografia fascista asserisce chi distrusse la Libera Repubblica di Fiume fu l'esercito Italiano coadiuvato da un nucleo di squadristi fascisti(il Natale di Sangue)
Un gran numero di arditi confluirono quindi nel movimento fascista, anche se l'adesione non fu unanime. Il rapporto con il fascismo non fu sempre lineare, negli anni successivi si arrivo',nella fasi piu' convulse e controverse, all'espulsione degli iscritti al fascio dalle associazioni degli Arditi d'Italia.
Nel dopo guerra gli arditi affluirono nell'Associazione Arditi d'Italia, fondata dal Capitano Mario Carli, lo stesso che, dopo l'assalto di un gruppo di arditi, assieme a Marinetti, alla casa del Lavoro di Milano, fece il noto articolo "Arditi non gendarmi", distrusse il connubio instaurato nel primo dopoguerra fra Arditi e fascismo.
Gli arditi parteciparono attivamente all'impresa fiumana guidati da Gabriele d'Annunzio che proclamarono loro comandante. Durante l'impresa di Fiume,f urono scoperte dai Legionari forme di altissima democrazia libertaria,(vedere Carta del Carnaro, e gli scritti di Clasudia Salaris,storica dell'arte del futurismo),viste anche la presenze di frange della sinistra rivoluzionaria,la stessa impresa di Fiume fu fortemente appoggiata da Lenin,che vedeva nel D'annunzio un possibile capo rivoluzionario per la masse oppresse.In quel momento D'Annunzio,per motivi anche egocentrici,seguiva molto le indicazione di DeAmbris, sindacalista rivoluzionario. Questo fu il "brodo di cultura" in cui si formarono gli Arditi del Popolo.
Si vuol ricordare che contrariamewnte a quel che la storiografia fascista asserisce chi distrusse la Libera Repubblica di Fiume fu l'esercito Italiano coadiuvato da un nucleo di squadristi fascisti(il Natale di Sangue).In qunto algi Arditi del Popolo essi nacquero nell'estate del 1921 dalla sezione romana degli Arditi d'Italia.Li fondo' Argo Secondari,pluridecorato Tenente dell fiamme nere(Arditi che provenivano dala fanteria).Di tendenza anarchica come l'ardito LUCETTI GINO che fece un atentato a Mussolini a fascismo affermato ed acui in seguito fu intitolato il noto battaglione Lucetti che agi' durante la Resistenza sui Monti dell'Alta Toscana).La consistenza certa di queste formazioni di DIFESA ANTIFASCISTA fu di 20.000 uomini iscritti,(con una minoranza di Arditi d'Italia che pero' ne furono ispiratori e nerbo,come gli ex reduci di guerra che erano su posizioni neutrali o nettamente Antifasciste,vedi LUSSU).Una stima non eccessiva fa portare a 50.000 uomini fra iscritti,simpatizzanti e partecipanti alle azioni.Arditi del Popolo celebri furono:Riccardo Lombardi(non iscritto ma partecipante alle azioni),Giuseppe di Vittorio,Vincenzo Baldazzi(Cencio) e molti altri come De Ambris,Picelli e Cieri (che morirono nella guerra di Spagna CON LE BRIGATE INTERNAZIONALI).C'e' una certa continuita' fra ARDITI del POPOLO e RESISTENZA),anche se gli scopi erano ben diversi:gli Arditi del popolo,anche se in modo politico confuso,erano per la formazione di una Reppubblica con basi progressiste ben piu' avanzate di quella che fu poi quella Italiana(vedi Carta Carnaro).L'ira dei fascisti si scateno' sopratutto contro gli ex Arditi passati all'Antifascismo,infatti Secondari ed ACQUACALDA(ex tenente Arditi,pluridecorato,che dirigeva le formazioni nel Ravennate)furono massacrati dagli squadristi,cos' come il responsabile dell'associazione ex legfionari fiumanani di Torino.La storiografia attuale,visti fatti(Parma,Sarazana,Genova,Viterbo,Livorno,Modena,Civitavecchia,Roma,Ancona..ecc) e numeri(prima forniti),asserisce che GLI ARDITI DEL POPOLO(vedi BEHAN e FRANCESCANGELI,ad es)potevano battere il fascismo se non fossero stati abbandonati dai partiti democratici e dal appena nato partito comunista(a parte GRAMSCI;ma allora era minoritaria la sua frazione),che contarvenne alle indicazioni dell'INTERNAZIONALE COMUNISTA che per bocca di BUCHARIN(parlo' per LENIN con GRIECO)invito' esplicitamente ad appoggiare gli ARDITI DEL POPOLO. Anche la cultura si occupo'di questo fenomeno(cronache di POVERI AMANTI,con la figura del fabbro Maciste,ex ARDITO DEL POPOLO,con il relativo film interpretato da Mastrianni e Consolini) ed ad esempio nel libro di Bevilacqua il viaggio misterioso

Gli Arditi del Popolo

La sezione romana del'associazione Arditi d'Italia dette vita in contrapposizione al forte ma non ancora consolidato movimento dello squadrismo fascista agli Arditi del Popolo con connotazioni nettamente antifasciste e per certi aspetti ricordanti come collocazione politica istanze Libertarie riprese dalla Carta del Carnaro. L'evento, forse di maggior risonanza, fu la difesa di Parma dallo squadrismo fascista nel 1922: la messa in fuga di oltre 20.000 squadristi fascisti,prima al comando di Roberto Farinacci, poi di Italo Balbo da parte di 350 Arditi del Popolo comandati dai pluridecorati reduci della prima guerra mondiale Cieri e Picelli, (moriranno in Spagna con le truppe internazionali delle Brigate Antifasciste). Fondamentale per la resistenza e la vittoria fu l'appoggio globale della popolazione e il supporto di retrovia fornito sopratutto dalle donne Parmensi (ne parla lo stesso Balbo con malcelato elogio), donne che comunque in molti casi parteciparono anche ai combattimenti. In seguito i capi degli Arditi del Popolo furono incarcerati o massacrati dagli squadristi fascisti spesso con la connivenza degli organi di polizia dello stato. Due nomi possono essere ricordati come esempio: Argo Secondari, medaglia d'argento nella prima guerra moniale e Acquacalda, pluridecorato prima guerra mondiale, entrambi ex graduati Arditi Assaltatori. La cultura, anche se in sordina, si occupò degli Arditi del Popolo: Maciste, il valoroso fabbro antifascista di Cronache di poveri amanti di Vasco Pratolini, è un ex Ardito del Popolo, che viene assassinato dagli squadristi; nel romanzo viene riportata con una magnifica e magistrale sintesi (come nel film con Marcello Mastroianni e Consolini nella parte di Maciste) la situazione storica del periodo intorno al 1920. Gino Lucetti fu un ex Ardito Assaltatore, anarchico, che fece il famoso attentato a Mussolini. Durante la Resistenza il suo nome fu dato ad un reparto partigiano: il battaglione Lucetti, che combattè con valore nell'alta Toscana. Gli arditi del popolo, come anche il battaglione Lucetti sono ricordati anche in alcune canzoni popolari toscane (battaglion Lucetti...anarchici e nulla più...fedeli a Pietro Gori... Siam del popolo gli arditi...)

Consistenza numerica degli ARDITI DEL POPOLO

Considerando sezioni la cui esistenza è certa, gli Arditi del Popolo contano, nell’estate del 1921, 144 sezioni con 20 mila aderenti circa: Lazio (12 sezioni, 3.300 associati), Toscana (18 sezioni, oltre 3.000 iscritti), Umbria (16 sezioni, 2000 aderenti), Marche (12 strutture organizzate, circa 1000 iscritti), Lombardia (17 sezioni, più di 2.100 Arditi del popolo), nelle Tre Venezie (15 nuclei, circa 2.200 militanti), Emilia Romagna (18 sezioni, 1.400 associati), Liguria (4 battaglioni nella sola Genova), Piemonte (8 raggruppamenti, circa 1.300 aderenti), Sicilia (7 sezioni, circa 600 aderenti), Campania (circa 500 aderenti), Puglia (6 sezioni, circa 500 aderenti), Abbruzzo e Calabria (1 sezione, circa 200 aderenti), Sardegna (2 sezioni, 150 iscritti). Una stima meno verificabile ma sostenibile, che tiene conto dei simpatizzanti e degli aderenti esterni alle azioni degli Arditi del Popolo porta a 50000 unità approssimativamente.

Azioni e addestramento

L'addestramento degli arditi dei primi reparti d'assalto dal giugno 1917 al 24 ottobre del 1917 fu svolto a Sdricca di Manzano. I soldati, di preferenza arruolati su base volontaria, ma col progredire del numero dei reparti designati dai propri comandi, dopo un accertamento dell'idoneità militare mediante prove di forza, destrezza e sangue freddo, venivano addestrati all'uso delle armi in dotazione, alle tattiche innovative di assalto, alla lotta corpo a corpo con o senza armi, il tutto supportato da una continua preparazione atletica .
In particolare venivano impartite lezioni per il lancio delle bombe a mano, per il tiro col fucile, per l'utilizzo del lanciafiamme e per l'uso della mitragliatrice. L'elevato addestramento, lo spirito di corpo e lo sprezzo del pericolo fecero degli arditi il corpo più temuto dagli eserciti avversari, ma crearono anche un clima di diffidenza e di invidia da parte di ufficiali appartenenti ad altri reparti. I militari di truppa, invece, portavano stima e rispetto verso i reparti d'assalto che risolvevano, sul campo di battaglia, situazioni tatticamente impossibili per i reparti in linea.

Uniforme e equipaggiamento

L'uniforme che gli arditi adottano è costituita da una giubba da bersagliere ciclista con fiamme nere sul bavero per i provenienti dalla fanteria,verdi per i provenienti dagli alpini, rosse per i provenienti dai bersaglieri, maglione verde scuro o nero, fez da bersagliere e pantaloni da alpino. Molti degli elementi distintivi degli arditi verranno poi ripresi dalle prime formazioni fasciste, e' tipico il teschio con il pugnale tra i denti, ma anche dalle formazioni degli Arditi del Popolo, vedi il teschio ma con pugnale ed occhi rossi e da varie squadre di difesa antifascista, vedi la camicia nera col teschio in filo d'argento sul fianco utilizzato dalle squadre comuniste romane. Lo stesso saluto A NOI viene usato dagli Arditi del Popolo (col saluto a pugno chiuso) e come compare in molti inni degli ARDITI del POPOLO. Mussolini togliera' in seguito "l'a noi" usato dagli squadristi fascisti, in quanto ricordava troppo la vena libertaria-anarchica di cui era permeato l'arditismo dopo l'impresa di Fiume (troppo "uguaglitario"questo saluto) e lo sostituira' con un "al duce" che ovviamente era assai piu' consono al regime dittatoriale. Nel periodo del primo dopoguerra prefascista i simboli dell'Arditismo sono usati sia dalle formazioni paramilitari Antifasciste sia dai squadristi fascisti.

Equipaggiamento

L'equipaggiamento tipico degli arditi era costituito dal pugnale per la lotta corpo a corpo e dalle bombe a mano. Queste ultime venivano utlizzate più per creare panico e confusione che non per il loro effetto dirompente(petardo Thevenot,adatto all'attacco in quanto non ordigno di gran potenza ma bensi' molto rumoroso e quindi provocatore di timore negli avversari). Altre armi utilizzate furono le mitragliatrici e i lanciafiamme.
Nel Museo del Risorgimento di Torino, nella sala dedicata alla resistenza sono conservati un pugnale ed un petardo appartenenti agli Arditi del Popolo.